venerdì 20 dicembre 2013

COMUNICATO STAMPA
Il Consiglio Comunale convocato per discutere sul polo energetico è stato ulteriormente rinviato alla fine di gennaio e ciò aumenta le perplessità di chi sa bene quanto inefficaci siano appuntamenti che si concludono, nella migliore delle ipotesi, con l’approvazione di ordini del giorno.
La storia del polo energetico è costellata di riunioni di Consiglio comunale in cui si sono approvati ordini del giorno, che, per loro stessa natura, avevano il difetto di non produrre atti concreti.
Oggi, il Consiglio Comunale serve a condizione che sia preceduto da atti formali non rinviabili, quali la presentazione delle osservazioni nell’ambito della procedura VIA in corso (endoprocedimento nell’AIA) contro il progetto Edipower–A2A di realizzare un gruppo da 300 Mw alimentato da carbone (90%) e CSS (10%), contestualmente impegnandosi perché siano concordati smantellamento dei gruppi (subito del 1° e del 2°), bonifica del sito e suo futuro (Legambiente ha, da tempo, proposto un distretto tecnologico dell’energia rinnovabile). Il Consiglio va anche preceduto dall’approvazione del registro delle emissioni e dal piano per l’energia sostenibile, passaggi senza i quali si esce dal Patto per le città sostenibili in Europa sottoscritto dal Commissario Prefettizio nel 2012 e si perdono fondi europei a cui si avrebbe diritto di accesso prioritario.
Il Consiglio Comunale è importante se preceduto da questi atti e se si desse mandato al Sindaco e si intervenisse pubblicamente e formalmente per esprimere netta contrarietà a qualsiasi ipotesi di trasferimento del gasdotto TAP nel territorio di Brindisi ed a qualsiasi pretesto strumentalmente legato ad una insostenibile alimentazione a metano della centrale Brindisi sud (centrali di cogenerazione, tecnicamente molto più avanzate e molto meno inquinanti di quella di Cerano sono in profonda crisi), centrale che oggi è in esercizio con una potenza quasi dimezzata (a causa del calo vistoso della domanda e della copertura primaria di essa con fonti rinnovabili): la proposta del Presidente della Regione Puglia di ridurre del 20% il combustibile e le emissioni rispetto a quanto disposto nell’AIA è, nei fatti, insufficiente, ma perché si vada oltre (a tutti ricordiamo che l’Enel è in possesso dell’AIA che lo blinda) è necessario creare quella concertazione che è risultata essere tanto efficace nel caso del terminal di rigassificazione.
Lunedì 23 dicembre 2013 alle ore 18 presso la sede Legambiente Brindisi in piazza Cavalerio si svolgerà la Festa del Tesseramento 2014. 
Nel corso della iniziativa festeggeremo il nuovo anno con qualche dolcetto.
Vi aspettiamo

mercoledì 18 dicembre 2013

COMUNICATO STAMPA INCENERITORE

In merito all’annunciata conferenza di servizi del 19 c.m. sull’inceneritore di fanghi attivi, Legambiente si dichiara contraria alla sua realizzazione, per il possibile aggravamento della presenza di inquinanti nell’atmosfera della città.  Legambiente nota la mancanza di una valutazione di incidenza sanitaria (VIS)  tanto necessaria vista la tipologia di impianto, la sua vicinanza alla città e le recenti indagini sulla salute. 
In merito, poi, alla possibile realizzazione di un impianto di depurazione delle acque reflue civili, ci si domanda perché non si voglia ricorrere alla tecnica della fitodepurazione, non inquinante, meno costosa e facilmente realizzabile in un’area dotata degli spazi necessari.
Crediamo che si possa creare  sviluppo e occasioni  di occupazione senza percorrere vecchie strade che – per quanto riguarda la piattaforma polifunzionale – hanno prodotto danni cospicui e interventi della Magistratura. Non vogliamo  ritrovare i problemi da cui faticosamente tentiamo di uscire.

Brindisi 18 dicembre 2013

mercoledì 11 dicembre 2013

comunicato stampa

Legambiente Brindisi Circolo "t. Di Giulio" organizza venerdì 13 dicembre 2013 alle ore 18 presso la sala dell'Università di Palazzo Granafei - Nervegna la presentazione del libro "Butterflies of Corfu", un interessante lavoro e studio realizzato dal Circolo Legambiente di Corfù.
Saranno presenti gli autori che illustreranno anche le aree protette dell'isola di Corfù.
l'ingresso è libero


venerdì 6 dicembre 2013

comunicato stampa
Impianto fotovoltaico abusivo a Brindisi
Ammessa la costituzione di parte civile di Legambiente


È stata ammessa la costituzione di parte civile di Legambiente Puglia depositata, tramite l’Avv. Stefano Latini del Foro di Brindisi, davanti al giudice dott. Luca Scuzzarella, in merito al procedimento Azzini che vede coinvolti altri 15 imputati. Nonostante le eccezioni sollevate dai difensori degli imputati, il dott. Scuzzarella ha ritenuto legittima la costituzione di parte civile di Legambiente e della Regione Puglia nel procedimento.

Il procedimento riguarda la realizzazione, in violazione delle autorizzazioni prescritte, di reati in materia di lottizzazione abusiva e violazioni ambientali eseguite su quattro impianti fotovoltaici realizzati in agro di Brindisi. Si tratta di impianti superiori ad 1 megawatt privi dell’autorizzazione unica regionale.

Il giudice ha rinviato l’udienza a marzo 2014, in cui saranno ascoltati i testi del pubblico ministero, procuratore aggiunto dott. Nicolangelo Ghizzardi.

venerdì 15 novembre 2013

comunicato stampa

In merito alla convocazione del prossimo Comitato Portuale, nel quale è prevista, oltre alla discussione sul bilancio e sulla proposta di nomina del Segretario generale, anche la discussione sul “recesso” dalla concessione demaniale rilasciata nel 2003 alla British Gas LNG, Legambiente auspica che, pur tenuto conto della indubbia rilevanza anche degli altri argomenti, il Comitato Portuale, dopo il lungo tempo intercorso dalla richiesta di pronunciamento dell’Avvocatura dello Stato, proceda a votare quella che riteniamo essere una semplice presa d’atto dell’annullamento della concessione demaniale.

Tale atto, oltre all’intrinseco valore dal punto di vista ambientale, consentirebbe finalmente di programmare la destinazione d’uso di Capo Bianco ad attività portuali più ecocompatibili. 

martedì 12 novembre 2013

Giovedì 14 novembre 2013 alle ore 17 presso la sala “M.M. Guadalupi” del Comune di Brindisi Legambiente e Confcommercio organizzano un convegno dal titolo “Green economy e smart energy – il futuro per Brindisi”, al quale parteciperanno Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia, Stefano Ciafani, vice presidente nazionale Legambiente, e Francesco Ferrante, vice presidente di Kyoto Club. La cittadinanza è invitata a partecipare.
Giovedì 14 novembre 2013 alle ore 11 presso la scuola media statale “G. Salvemini” di Brindisi Legambiente e Confcommercio presentano agli studenti, coordinati dal Dirigente scolastico, prof.ssa Citiolo, e dalla prof.ssa Perrone, l’opuscolo informativo ed educativo “Il futuro dell’energia”. All’iniziativa parteciperanno Stefano Ciafani, vice presidente nazionale Legambiente, e Francesco Ferrante, vice presidente di Kyoto Club.

sabato 9 novembre 2013

martedì 29 ottobre 2013

IN NOME DEL POPOLO INQUINATO: CARBONE A COLAZIONE.
Il 28 ottobre presso il tribunale di Brindisi si è svolta un’importante udienza che vede imputati dirigenti dell’Enel per i danni arrecati al territorio ed ai proprietari dei terreni vicini al nastro trasportatore del carbone ed allo stesso carbonile della centrale  di Brindisi Sud-Cerano.
Legambiente, costituitasi parte civile, ha sin dall’inizio, chiesto il riconoscimento del “danno ambientale” e la puntuale, attenta e professionale testimonianza dell’Ispettore Cucurachi, della Digos di Brindisi, corredata da documentazione fotografica e video, rafforza la fondatezza di tale richiesta, in aggiunta ai capi d’imputazione in essere.
La documentazione mostrata in aula, visualizza chiaramente la perdita del polverino di carbone ed il deposito sulle colture e sugli alberi, rendendo palese l’immissione di sostanze pericolose e cancerogene nei cicli biologici ed in quelli alimentari.
Non è un caso che circa il 70% dei terreni analizzati chimicamente, al fine della caratterizzazione, sia risultato contaminato; ciò non solo nell’intorno del nastro trasportatore ma anche a distanza da questo e nell’area del Sito di Interesse Comunitario (SIC) del Parco regionale delle “Saline di Punta della Contessa”, anche questo caratterizzato con fondi pubblici.
Va dato pieno ed ampio merito alla Digos della Polizia di Stato di Brindisi per aver condotto uno scrupoloso ed approfondito lavoro di indagine giudiziaria che non può essere minimamente scalfito dall’improvvido tentativo, della difesa degli imputati, mirato a mettere in discussione sia l’origine che la sequenza delle immagini, se pur accelerate; sull’ipotesi di attribuire le richiamate immagini alla “fuliggine” della combustione di sterpaglie, come avanzato nella precedente udienza, ci permettiamo di non fare alcun tipo di commento, affidandoci alle capacità cognitive dei Cittadini.
La verità giudiziaria emergerà nel corso del processo e Legambiente sarà in questo vigile e fermo rappresentante del popolo inquinato che grida giustizia.
Sin da oggi, però, appare evidente la responsabilità morale di chi, senza neppure adottare misure minime di salvaguardia ambientale, ha consentito, in tutti questi anni, lo spandimento continuo di polvere di carbone ad alto impatto ambientale e sanitario, anche grazie alle carenze vistose di organi di controllo e di tutela della popolazione e del territorio da parte delle istituzioni.

E pensare che vi sono ancora coloro i quali ritengono che la perimetrazione del SIN, da parte del Ministero dell’Ambiente, sia stata esageratamente ampia includendo anche le aree agricole intercluse fra la zona industriale e Cerano; a tale proposito, ove non fossero stati utilizzati fondi pubblici per le caratterizzazioni chimiche di queste aree è d’uopo chiedersi: quanto avrebbe ulteriormente inciso la contaminazione sulla salute della popolazione di Brindisi?

venerdì 18 ottobre 2013

BRINDISI CONTINUA AD ESSERE CONSIDERATO TERRITORIO DI SERVIZIO
Il recente incontro delle Istituzioni e dei sindacati presso la Prefettura di Brindisi, con i dirigenti della società A2A ed in merito alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), presentata come endoprocedimento nella richiesta di modifica dell’AIA in essere,  concernente la centrale termoelettrica di Brindisi Nord, induce ad alcune considerazioni.
I motivi per i quali si intravede, pur con la dichiarata opposizione del Sindaco di Brindisi, la ferma volontà di A2A di portare in co-combustione con il carbone anche il CSS, vengono individuati nell’approvazione del recente Piano Regionale dei Rifiuti.
Tale Piano, infatti, alla Parte II punto O5, prevede accanto alla combustione diretta del CSS-Combustibile in cementifici, la co-combustione con carbone in centrali termoelet-triche, nella percentuale variabile fra il 5 ed il 10% sul totale.
Il piano riporta, testualmente, che tale possibilità comporta per la Regione Puglia: “conseguenti ingenti flussi di CSS co-inceneribili in relazione alle considerevoli potenze termiche installate”.
Tali considerevoli potenze termiche installate ed alimentate a carbone sono presenti, nel territorio regionale, solo a Brindisi!!!
Sicuramente i consiglieri regionali della Provincia di Brindisi, che in passato hanno ottenuto l’approvazione in Consiglio di un ordine del giorno che poneva il divieto di co-combustione di CDR, in riferimento alla CTE di Brindisi Sud, non si saranno soffermati sulla possibilità offerta, in contrasto con quanto precedentemente richiesto ed approvato, che questo Piano non solo fornisce l’opportunità ad A2A di presentare la modifica dell’attuale combustione ma, al contempo, permette anche l’utilizzo di CSS nella centrale Brindisi sud dell’ENEL.
Da questo punto di vista, sicuramente il Piano non gratifica questo territorio che continua ad essere considerato quale area di servizio per le esigenze altrui.
Inoltre, appare opportuno rilevare, che le richiamate distrazioni, comportano la possibilità che il CSS-Combustibile, in quanto “rifiuto speciale” e quindi non soggetto a limitazioni di trasporto extra regionale riguardate solo gli RSU,  provenga da altre regioni; ancor di più, nel qual caso, questo territorio verrebbe a costituire “area di servizio” nazionale sia per il campo energetico che per la chiusura del ciclo dei rifiuti prodotti altrove.
A ciò va ad aggiungersi che ad oggi la Giunta Regionale non si è minimamente espressa in merito alla proposta di A2A e, costituendo la VIA e la richiesta di modifica all’AIA, proposta da A2A, una procedura ancora aperta è lecito attendersi che tutte le Istituzioni interessate, fra cui la Regione, presentino “osservazioni” nei termini previsti dalla norma.
Legambiente ha già annunciato la presentazione delle osservazioni tecniche al progetto di A2A e, ribadendo le proprie proposte relative alla realizzazione di un impianto solare termodinamico da allocare nell’area del carbonile ed all’interno del Distretto tecnologico dell’energia rinnovabile, condivide la posizione del Sindaco, già avanzata da Legambiente, in merito alle modifica della prescrizione dell’AIA relativa all’anticipo dello smantellamento e bonifica industriale dei gruppi 1 e 2 della centrale termoelettrica di Brindisi Nord.
Ciò, sia in funzione del mantenimento della forza lavoro e sia, per la individuazione di un utilizzo compatibile e produttivo dell’area, ben diverso da quanto previsto e ribadito nel richiamato incontro da parte di A2A.  


giovedì 10 ottobre 2013

Bari, 10 ottobre 2013                                                                                      Comunicato stampa

Processo Enel
La centrale termoelettrica di Brindisi Sud-Cerano rischia di provocare seri danni all’intero comparto agricolo della zona presumibilmente contaminata


Nella giornata di ieri, 9 ottobre, si è tenuta un’ulteriore udienza del processo contro i dipendenti di Enel Produzione in merito al “danno ambientale” prodotto dalla perdita di polvere di carbone dal nastro trasportatore e dal “carbonile” della centrale termoelettrica di Enel Brindisi Sud-Cerano.
Nel corso degli interrogatori alcuni dei proprietari terrieri ascoltati – gli stessi che, attraverso denunce e querele, hanno permesso un’attenta ed approfondita indagine da parte della Digos e dei NOE di Lecce consentendo poi il processo in corso – hanno evidenziato alcune delle conseguenze drammatiche che li vede coinvolti, come la perdita di redditività dei loro terreni, lo svellimento di ettari di terreno coltivati a vigneto e l’abbandono delle coltivazioni.
«Fino ai primi anni ‘90 le località di Cerano, S. Lucia, solo per citarne alcune – dichiarano Francesco Tarantini e Fabio Mitrotti, rispettivamente presidente di Legambiente Puglia e presidente del Circolo di Brindisi – erano famose per l’abbondanza e la qualità delle produzioni di Negramaro, malvasia bianca e nera, e per le distese di carciofeti. Sapere oggi che la produzione, per ragioni presumibilmente attribuibili allo stato di contaminazione dei suoli e della falda, si è ridotta del 50% anche nelle aree non sottoposte a sequestro dall’Ordinanza del sindaco Mennitti del giugno 2007, fa rabbia sia per la compromessa sussistenza economica dei proprietari terrieri che per l’intero comparto agricolo che vede penalizzate tutte le produzioni agricole che provengono dall’area di Cerano. Fa ancora più rabbia ascoltare i difensori degli imputati che tendono al discredito dei testi e ad evidenziare motivazioni irreali sulla natura della polvere nerastra presente sulle coltivazioni, equiparandola, molto semplicisticamente, a “fuliggine da incendi” di sterpaglie».
Legambiente Puglia, costituitasi parte civile, assicura il proprio impegno finalizzato alla ricerca della verità e delle responsabilità, non solo connesse al danno ambientale ed economico causato alle parti offese, ma anche alla individuazione in merito all’immissione delle produzioni contaminate da polveri di carbone nel “ciclo alimentare” ed alle oggettive difficoltà di poter raggiungere gli obiettivi riportati nella costituzione del “Parco Saline della Contessa”, a cui tutti i terreni, dal mare al confine del nastro trasportatore, appartengono.

martedì 1 ottobre 2013

Comunicato stampa

Il 30 settembre u.s. il Consiglio comunale di Brindisi ha convocato per l’11 novembre una seduta monotematica sul polo energetico e, nella stessa giornata, Edipower – A2A ha consegnato al Ministero dell’Ambiente la richiesta di “modifica” dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per la centrale termoelettrica Brindisi Nord.
La società elettrica, che ha consegnato in precedenza il Piano di adeguamento dell’AIA per guadagnare i due anni consentiti per avviare opere che non ha alcuna intenzione di fare, chiede di sottoporre a VIA e a revisione AIA la proposta di realizzare un gruppo da 300 Mw da alimentare con carbone (90%) e CSS (10% termici), asserendo che si otterrà una riduzione del 50% delle emissioni rispetto all’attuale impianto.
Sarebbe troppo facile rilevare, ironicamente, che passando da 640 Mw a meno della metà, le emissioni dovrebbero più che dimezzarsi, ma la verità è che la co-combustione di combustibili di ben diverso potere calorifico (di cui il  CSS-combustibile ricavato da rifiuti, che soltanto dalla presenza di materie plastiche ricava un aumento di potere calorifico) ha un impatto ambientale addirittura maggiore del solo carbone.
 Il CSS, peraltro, non è affatto vero che deriverebbe da filiera corta, in quanto vicino alla centrale vi sarebbe soltanto l’impianto di trasformazione in CSS di rifiuti provenienti da altrove; ciò viste le difficoltà amministrative e tecniche che si registrano sull’impianto comunale di produzione dell’ex CDR da RSU che, ci piace ricordarlo, è stato progettato nel 2000, realizzato nel 2006 e mai entrato in funzione.
Legambiente presenterà le proprie osservazioni critiche nell’ambito dei procedimenti AIA e VIA, ma ritiene necessario che le istituzioni, a cominciare dalla Regione Puglia, traducano la propria opposizione in una richiesta congiunta di chiusura, di smantellamento, di bonifica e di realizzazione di nuove opere; Legambiente ha già presentato la proposta di creazione di un Distretto tecnologico dell’energia rinnovabile (ricerca, produzione di impianti e componenti, impianto solare termodinamico al servizio di un’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) e di quella portuale).
Si allega la lettera aperta ai consiglieri comunali e si ricorda che, in presenza delle Autorizzazioni Integrate Ambientali soltanto l’azione congiunta di Istituzioni, forze politiche ed associazioni può consentire di costruire soluzioni alternative nell’area di Costa Morena, di ridurre sensibilmente potenza e carbone nella Centrale Brindisi Sud, di rispondere alla gestione criminale di insediamenti fotovoltaici nel contesto rurale con una programmazione virtuosa di impianti su edifici, ma anche con impianti in aree industriali e commerciali.

Brindisi, 1 ottobre 2013 

sabato 28 settembre 2013

COMUNICATO STAMPA

Si è svolta nella mattinata di ieri, venerdì 27 settembre, presso il Parco regionale Saline di Punta della Contessa l’edizione 2013 di “Puliamo il mondo” organizzata da Legambiente Brindisi Circolo “T. Di Giulio”, in collaborazione con la società Monteco che ha fornito supporto tecnico con mezzi, strumenti e personale.

All’iniziativa, che ha un alto valore simbolico di sensibilizzazione al rispetto del territorio, hanno partecipato gli studenti di due classi della Scuola Media Statale “M. Pacuvio” di Brindisi. Studenti e volontari del locale Circolo Legambiente hanno raccolto vari sacchi di rifiuti, per lo più plastica, polistirolo e vetro. Un esempio di civiltà posto in essere dalle giovani generazioni.

venerdì 27 settembre 2013

Lettera aperta ai Consiglieri Comunali.
Gentili Consiglieri,
ancora una volta il Consiglio Comunale di Brindisi è chiamato a discutere sul polo energetico.
Il passato è costellato di ordini del giorno approvati, di accordi siglati e spesso violati.
La Convenzione del 1996, alla cui stesura la scrivente associazione ha offerto un significativo
contributo sia a Roma che a Brindisi, è l’emblema di atti sottoscritti e cancellati dal sonno
della ragione e delle coscienze (Decreti Ministeriali, nuove Convenzioni, Autorizzazioni
Integrate Ambientali che ne hanno annullato l’efficacia).
Il polo energetico installato nell’area industriale di Brindisi, che avrebbe dovuto avere una
potenza massima di 1.980 Mw in esercizio, oggi ha una potenza installata di 5.090 Mw
(2.640 Mw della Brindisi Sud, 1.280 Mw della Brindisi Nord, 1.170 Mw di Enipower) a cui
sono da aggiungere gli impianti di SFIR e fotovoltaici.
La situazione è evidentemente fuori controllo ed al danno si aggiunge la beffa della proposta
di Edipower – A2A relativa alla volontà di voler portare in combustione CSS-combustibile,
oltre che alla realizzazione di un costosissimo, se pur finanziato dalla Comunità Europea
come sperimentale e quindi non sottoposto a VIA, ed inefficace impianto di cattura di CO2
nella centrale Brindisi Sud (i livelli di emissione alla fine del 2011 erano ben superiori a quelli
disposti dal Protocollo di Kyoto).
Legambiente, che è stata fra le poche Associazioni che si sono costituite parte civile nei
processi in corso su carbone e fotovoltaico, Vi chiede di assumere urgenti provvedimenti che
prevedano, sinteticamente:
 Immediata adozione del Registro delle emissioni in città e del Piano di azione per l’energia
sostenibile così come previsto nel Patto dei Sindaci per le città sostenibili in Europa
sottoscritto dal Comune di Brindisi;
 Approvazione dei Piani per la “città intelligente – smart city” in cui la Smart Energy è
elemento fondamentale, finalizzata anche alla riduzione della potenza del polo energetico;
 Chiusura della centrale Brindisi Nord, avviando, con richiesta di deroga al Ministero
dell’Ambiente, lo smantellamento dei 2 gruppi già previsti dall’AIA e, quindi, dopo l’intero
smantellamento, e la relativa bonifica dell’area e, come da proposta di Legambiente e/o altre
alternative, alla creazione di un distretto tecnologico per l’energia rinnovabile (ricerca,
produzione di macchine e componenti, impianto termodinamico sul tipo del progetto
Archimede di Priolo, ma con ricorso a nanoantenne e nano tubi), impiegando nel distretto i
lavoratori Edipower;
 Ricorso nella centrale Brindisi Sud a carbone a bassissimo tenore di zolfo e ad alto potere
calorifico ed all’efficientamento energetico degli impianti, riducendo, come richiesto in
passato dal coordinamento delle Associazioni, del 30% il combustibile e la potenza in
esercizio (peraltro in ribasso per la ridotta domanda da coprire prioritariamente da fonti
rinnovabili). L’Associazione ribadisce la necessità dell’uscita progressiva da tutti i combustibili
fossili e la contrarietà a nuovi – più che riconvertiti – impianti termoelettrici, comunque
alimentati e, in assoluto, alal combustione di rifiuti e fanghi;
 Il monitoraggio sulla centrale Edipower, in particolare per le polveri sottili, gli NOx ed i
microelementi, che oggi sembra interessare pochi ed il controllo dell’esercizio della stessa
che, in origine, prevedeva due moduli ed uno in riserva tecnica;
 Un’azione istituzionale più incisiva da parte delle Istituzioni contro i criminali che hanno
sfruttato o “creato” le maglie larghe che hanno consentito, al contempo, scempi ambientali e
sociali, però promuovendo le fonti rinnovabili, l’efficienza ed il risparmio energetico, non
limitandosi semplicisticamente ad impianti fotovoltaici e di solare termico negli edifici (da
promuovere subito!)e prevedendo, nell’ambito di una seria pianificazione, impianti di
maggiore potenza e tecnologicamente più avanzati (termodinamico, nuovo eolico, moto
ondoso) in aree industriali ed anche rendendo autonomi borghi, aree commerciali e portuali.
Legambiente Brindisi Circolo “T. Di Giulio”

giovedì 26 settembre 2013

Le Fonti rinnovabili non sono al servizio degli “ecofurbi”.
Da molti anni Legambiente denuncia il modo in cui società di pochi scrupoli e con evidenti appoggi in Istituzioni pubbliche insediano, in Puglia, impianti fotovoltaici, costituendosi parte civile in procedimenti penali, fra i quali quello che a Brindisi ha portato al sequestro di impianti occupanti ben 120 ettari.
Da tempo Legambiente dedica profonda attenzione alle infiltrazioni criminose ben documentate nell’annuale rapporto sulle ecomafie ed all’odiosa “riduzione in schiavitù” di lavoratori extracomunitari impiegati nella costruzione di impianti.
L’Associazione, ancor prima che l’ex Presidente della Provincia sollevasse pubblicamente il caso, evidenziò che si stavano accorpando impianti inferiori ad un Mw e non sottoposti a V.I.A., ma alla ben più superficiale Dichiarazione di Inizio Attività (D.I.A.), per costruire insediamenti di considerevole dimensione, aggirando la Legge.
Oggi, fra arresti, avvisi di garanzia, iscrizioni nel registro degli indagati e sequestri di aree devastate dai lavori eseguiti e di beni, la questione assume dimensioni enormi che interpellano, fra l’altro, responsabilità ed assunzioni di provvedimenti da parte del Governo, della Regione Puglia e degli Enti locali; tutto ciò fatto salvo tutte le implicazioni di ordine ambientale che questi insediamenti comportano.
È troppo semplicistico prendere lo spunto da quanto accaduto per bloccare la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili e perpetuare, invece, la dipendenza da combustibili fossili (petrolio, carbone e metano) o per ridurre l’incidenza ai soli e tecnologicamente vecchi impianti fotovoltaici sui tetti di edifici e comunque da incentivare in maniera significativa.
Per raggiungere l’obiettivo della Energy Road Map europea al 2050 – e cioè l’80% dei consumi finali coperti da fonti rinnovabili – c’è bisogno di puntare su efficienza, risparmio energetico e taglio dei troppi consumi impropri sul fotovoltaico ed il solare termico negli edifici, ma anche su impianti di nuova generazione e di maggiore potenza in aree industriali ed in borghi da rendere autonomi dal punto di vista energetico.
Legambiente ha proposto, previa chiusura, smantellamento e bonifica della centrale Brindisi nord, un distretto tecnologico del rinnovabile, con all’interno anche un impianto solare termodinamico a tecnologia di concentrazione energetica, con il ricorso all’utilizzo di nanoantenne e nanotubi, per ridurre l’occupazione di suolo ed aumentare l’efficienza energetica. Questa proposta, congiuntamente a quella, eventualmente, di un impianto similare nell’area che era occupata dal ciclo di produzione del PVC, restano nodali per lo sviluppo sostenibile del territorio.
La lotta agli “ecofurbi” ed ai criminali è, e lo sarà sempre di più, portata avanti dall’Associazione nelle aule giudiziarie, incidendo nei procedimenti amministrativi, ma la green energy e la “sana” imprenditoria vanno sorretti se si vuole uscire dalla dipendenza dei combustibili fossili e raggiungere gli obiettivi energetici europei.
                                   Legambiente Brindisi Circolo “T. Di Giulio”

lunedì 23 settembre 2013

Il Circolo Legambiente “T. Di Giulio” di Brindisi organizza, venerdì 27 settembre 2013 dalle 9 alle 12, l’iniziativa nazionale “Puliamo il mondo 2013”, una giornata per la pulizia della spiaggia dell’area protetta “Saline di Punta della Contessa”. Parteciperanno due classi della Scuola media statale "M. Pacuvio" di Brindisi. 

martedì 17 settembre 2013

IN MERITO ALLE CONSIDERAZIONI DEGLI RSU DI EDIPOWER.

            Gli RSU di Edipower, nella loro nota riportata dai media di oggi, oltre ad evidenziare lo stato di crisi che attraversa il settore energetico, fanno un appello per affrontare le proposte avanzate dall’azienda, con la dovuta serietà e ponderatezza.
            Si condivide totalmente questa posizione e, senza alcuna demagogia, si ritiene che non è il caso di fare proclami e né di inventarsi soluzioni alla crisi occupazionale della Edipower facendo, per esempio, riferimento ad impossibili trasferimenti degli stessi lavoratori presso altre aziende (ancor meno presso la CTE Federico II che vive un’altra realtà di crisi occupazionale).
            In altra nota ho riportato che la Edipower /A2A ha tutto il diritto di presentare un “Piano di rilancio della centrale” che, in quanto differente nella tipologia dei combustibili previsti nell’AIA ottenuta dal Ministero dell’Ambiente, necessita del passaggio burocratico di una nuova procedura di VIA ed AIA; tali considerazioni, riportate antecedentemente (08/09/13) rispetto al comunicato stampa di Edipower (11/09/13), sono state, ritengo, del tutto recepite dall’azienda che ha annunciato la presentazione, entra la fine di settembre, di una nuova richiesta di AIA con l’utilizzo, come nuovo combustibile il CSS-Combustibile (se pur limitatamente al 10% in peso).
            Anche su questo combustibile è necessario fare chiarezza e condividere, se pur in parte, la posizione degli RSU; infatti, chi come il Sindaco, sicuramente non supportato dal proprio apparato tecnico-burocratico, afferma di non voler tutti i rifiuti RSU d’Italia (quotidiano del 13/9), sostanzialmente induce ad una non adeguata interpretazione sulla “trasferibilità” dei rifiuti.
            Le normative vigenti vietano che vi sia “trasferenza” di RSU da una regione ad altra e, quindi, almeno da questo punto di vista si è tranquilli.
            Le stesse norme, però, permettono la “trasferenza” regionale dei cosi detti “rifiuti speciali” che, se ottenuti dal trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani, possono circolare senza impedimenti; basterebbe solo “biostabilizzare” gli RSU per ottenere dei “rifiuti speciali” che, nel qual caso, non costituirebbero ancora un Combustibile Solido Secondario (CSS).
            Il recente adeguamento della normativa nazionale a quella comunitaria ha modificato la definizione e la composizione degli ex CDR (costituito da fibre tessili, legnose, carte, cartoni e da tutte le tipologie di plastiche) in Combustibile Solido Secondario (CSS), suddividendolo in 5 classi caratterizzate da tre differenti parametri: 1) potere calorifico, 2) contenuto in cloro e 3) contenuto di mercurio.
            Ancora più recentemente (marzo 2013) il governo Monti ha ritenuto (altro danno!) di inventarsi (non previsto in normativa comunitaria) il c.d. “CSS-Combustibile” e quindi autorizzare l’utilizzo come “combustibile” in cementifici e centrali elettriche con potenza nominale maggiore di 50 Mw; ha, per fortuna, limitato questo utilizzo alle sole prime tre classi per il potere calorifico ed il contenuto di cloro ed alla sola seconda classe per il contenuto di mercurio (la classificazione e decrescente, dalla migliore (1^) alla peggiore (5^).
            In definitiva, pur avendo sempre espresso il personale convincimento che tutte le componenti dell’ex CDR ed attuale CSS, sono recuperabili e possono costituire una concreta risorsa economica ed ambientale, resta il fatto che l’utilizzo del CSS-Combustibile, deve essere prodotto nelle classi richiamate per poter  essere portato in co-combustione.
            Per le esperienze vissute, viene spontaneo chiedersi: questo territorio è in grado di controllare la “qualità” del “combustibile” prodotto da rifiuto e destinato alla combustione?
            In merito poi all’appello della rappresentanza dei lavoratori a non fare demagogia ed operare con serietà e ponderatezza, non posso non evidenziare che Legambiente, a tal proposito, ha nel maggio scorso, fatto un apposito convegno ed avanzato delle proposte che, ancor più oggi, si ritengono del tutto compatibili con la situazione ambientale del territorio e con il possibile  incremento della forza lavoro di Edipower/A2A; tali proposte sono state riportare direttamente a A2A, in un incontro presso Legambiente nazionale, ed hanno suscitato un sicuro interesse da parte dell’azienda.  
            Legambiente ha proposto la realizzazione di una Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) nella quale andare ad inserire anche l’area della centrale Edipower, opportunamente riconvertita alla green economy; ci siamo anche spinti oltre, pur riconoscendo che non è il nostro compito e, sopperendo al “nulla”, abbiamo proposto la realizzazione di un “Distretto” che veda l’utilizzo dell’area per la produzione di energia pulita dal sole e con la tecnica del “termodinamico” (vedi centrale Archimede a Priolo), la realizzazione di una sezione di sperimentazione delle nanotecnologie da immettere sempre nell’ambito della green energy-economy (Università del Salento, Cittadella, ecc.) e, per ultimo, la promozione e commercializzazione di impianti innovativi per la produzione di energia verde.
            Ancor più tale progetto è fattibile nel momento in cui si pensa che è previsto da AIA lo smantellamento dei primi due gruppi e che Edipower ha ottemperato al totale pagamento delle quote relative alla sottoscrizione dello “Accordo di Programma” per la bonifica ed è quindi in totale possesso, senza vincoli, della proprietà.
            Francamente non mi sembra che quanto proposto sia demagogico e costituisca uno “slogan populista”; per tale ragione invitiamo noi l’azienda ad operare con la dovuta consapevolezza di operare su di un territorio che ha superato ogni limite di accettabilità di aziende “non compatibili”  ed a valutare la possibilità di un immediato utilizzo delle aree da bonificare, anche attraverso la nostra proposta che, sicuramente, può essere integrata da altre a compatibilità ambientale certa.
            Brindisi 16/09/2013                                                          prof. dott. Francesco Magno

                                                                                                         (direttivo Legambiente Brindisi) 

lunedì 2 settembre 2013

comunicato stampa Campo di volontariato presso il Parco regionale Saline di Punta della Contessa – Brindisi 22 – 31 agosto 2013

Dal 22 al 31 agosto si è svolto il primo Campo di volontariato di Legambiente Brindisi presso il parco regionale Saline di punta della Contessa, in collaborazione con l’Ufficio Parchi del Comune di Brindisi. 

Il campo ha visto protagonisti 10 giovani volontari provenienti da varie regioni italiane (Campania, Lazio, Toscana, Piemonte, Marche, Lombardia e Veneto) e due volontari del Circolo Legambiente Corfù. I volontari ospiti e quelli del Circolo Legambiente Brindisi “T. Di Giulio” hanno svolto attività di pulizia di parte della spiaggia e del tratto di strada che dalla Salina vecchia conduce alla spiaggia, posizionando 6 contenitori porta rifiuti messi a disposizione da Monteco. Sono stati raccolti oltre 60 sacchi di rifiuti che la Monteco ha provveduto a rimuovere: fra le tipologie più frequenti sono state riscontrate bottiglie in plastica, in vetro, contenitori in plastica di lubrificanti per motori, polistirolo, sedie da spiaggia. Alcuni spiaggianti hanno collaborato alla pulizia, testimonianza dell’opera di sensibilizzazione effettuata in particolare dai volontari del Circolo di Brindisi durante i mesi estivi. 

È stata realizzata una staccionata in legno e corda per impedire il passaggio dei veicoli a motore, che circolano ancora nell’area SIC – ZPS, nella zona antistante il punto di osservazione per disabili posto presso la Salina vecchia. Dal momento che questa si presenta in secca, si è proceduto alla raccolta di numerose cartucce di fucili a dimostrazione del fatto che nell’area parco sono ancora presenti attività di bracconaggio. È stata smontata una vecchia postazione in mattoni (effetto di un vecchio abbandono) realizzata per attività di bracconaggio: i mattoni sono stati riutilizzati e posizionati, su modello di muretto a secco, come barriera per impedire l’accesso allo stagno di mezzi a motore. I volontari hanno realizzato alcuni cartelloni di comunicazione che sono stati posizionati nell’area SIC – ZPS. 

Durante il campo, i volontari, coadiuvati dagli agricoltori, hanno prodotto la salsa e utilizzato i prodotti locali coltivati nell’area parco. 

Il campo ha rappresentato anche un momento di confronto e coinvolgimento degli agricoltori che devono necessariamente essere resi partecipi nella gestione del parco. Le attività svolte rappresentano un esempio di alcune attività che Legambiente Brindisi, con i propri volontari, propone per iniziare a tutelare il parco e ad una gestione di tipo bottom up: piccole azioni dimostrative che coinvolgano i vari stakeholder dell’area. 

Le attività svolte durante il campo e le relative proposte di tutela sono state illustrate all’assessore ai Parchi G. D’Onofrio, che fin dall’inizio ha sostenuto la proposta del campo di volontariato di Legambiente, concordando sulle iniziative di salvaguardia proposte.

                      





domenica 18 agosto 2013

Conferenza stampa, presentazione campo di volontariato a Brindisi






Martedì 20 agosto 2013 alle ore 12, presso la sala conferenze di palazzo Granafei – Nervegna, si svolgerà la conferenza stampa di presentazione del primo campo di volontariato organizzato da Legambiente Brindisi Circolo “T. Di Giulio” presso il parco regionale Saline di Punta della Contessa dal 22 al 31 agosto prossimi.
Il campo di volontariato, organizzato in collaborazione con il Comune di Brindisi – Assessorato ai parchi, con il sostegno della società Monteco e della cooperativa sociale Eridano, vedrà la partecipazione di volontari provenienti da varie regioni italiane.
COMUNICATO STAMPA

Saline di punta della contessa Brindisi

martedì 4 giugno 2013

Mostra “Brindisi – Corfù: segni della cultura e colori della natura”

Legambiente Brindisi Circolo “T. Di Giulio” e Assonautica, in collaborazione con la Camera di Commercio, organizzano dall’8 all’11 giugno 2013 presso le Case Minime in via Santa Chiara la mostra “Brindisi – Corfù: segni della cultura e colori della natura”. Verrà anche riproposta la mostra “Brindisi porto di accoglienza nel Mediterraneo”. 
L’inaugurazione si terrà sabato 8 giugno 2013 alle ore 18.00 e resterà aperta tutti i giorni dalle ore 18.00 alle ore 21. L’ingresso è libero. 
Nell’ambito della mostra si svolgerà lunedì 10 giugno 2013 alle ore 18 presso la Casa del Turista, la conferenza “Mare da vivere, mare da salvaguardare”.



lunedì 27 maggio 2013

Conferenza stampa di saluto al pellegrino Michele Del Giudice in cammino verso Gerusalemme

In occasione dell’arrivo a Brindisi, il prossimo venerdì 31 maggio, del pellegrino camminatore Michele Del Giudice, della sezione CAI di Foggia, nell’ambito del pellegrinaggio a piedi verso Gerusalemme seguendo l’antico tracciato medievale, Legambiente Brindisi Circolo “T. Di Giulio” e l’Associazione Via Francigena Pugliese, che opera nella mappatura del tratto salentino del percorso verso Gerusalemme (importante opportunità turistica per la nostra città e per il territorio salentino nell’ambito degli Itinerari del Consiglio d’Europa), organizzano, alle ore 16.30, una conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa nella piazzetta Scolmafora, antistante la sede di Legambiente Brindisi.

COMUNICATO STAMPA

venerdì 5 aprile 2013

Proposta Legambiente: Il distretto dell'energia rinnovabile nell'area Brindisi Nord

La centrale termoelettrica Brindisi Nord è l'emblema della storia sbagliata dell'industrializzazione a Brindisi. La centrale termoelettrica Brindisi nord è stata "salvata" dalla sua fisiologica chiusura con Decreti ed atti amministrativi a volte estremamente inquietanti. 
Brindisi Nord, è innanzitutto sorta là dove non avrebbe dovuto essere installata, nell'attuale porto medio e sotto il cono di atterraggio dell'aeroporto, il che ha comportato la presenza di camini alti meno di 60 metri. I gruppi dell'impianto erano, già negli anni sessanta del secolo scorso (nel 1968 è entrato in esercizio il primo) di vecchia generazione francese e furono potenziati da 250 MW di progetto a 320 MW ciascuno. Negli anni '80 numerosi furono i provvedimenti amministrativi concernenti gli effetti delle emissioni, ma ordinanze sindacali, prescrissero lo sgombero di precedenti insediamenti abitativi o la fine di precedenti attività agricole. 
Dal 1990, con i così detti Decreti Battaglia (Ministro dell'industria del tempo), cominciò una sequela di prescrizioni per l'"ambientalizzazione" dell'impianto (nel frattempo passato dall'esercizio ad olio combustibile a quello a carbone, ovviamente senza mai realizzare gli indispensabili desolforatori). La convenzione del 1996 (diventata, in seguito parte essenziale del D.P.R. 28/4/1998 concernente il piano di risanamento dell'area ad elevato rischio di crisi ambientale) prevedeva il mantenimento in esercizio di due gruppi (640 MW della complessiva potenza nominale di 1.280 MW) da alimentare dal 2000 al 2004 (anno di definitiva chiusura) con metano in misura crescente rispetto agli iniziali 1,2 miliardi di metri cubi anni, in seguito da trasferire nella centrale termoelettrica Brindisi sud. 
La centrale Brindisi Nord è stata da Enel trasferita alla controllata Eurogen e ceduta poi ad Edipower. Nel 2002, "solerti" amministatori locali si affrettarono ad approvare una nuova Convenzione, che sostanzialmente ha finito con l'essere favorevole all'impresa e altrettanto "solerti" Parlamentari approvarono un Decreto di proroga dell'esercizio dell'impianto (unitamente a quello altrettanto insostenibile di S. Filippo al Mela, in Sicilia). 
Il resto è storia di questi ultimi anni e di questi ultimi mesi e si ricollega all'autorizzazione, dopo l'approvazione di una V.I.A. da parte del Ministero dell'Ambiente del progetto di Repowering (due gruppi a ciclo combinato da realizzare, in chissà, quale fantasioso modo, visti gli spazi e l'inesistenza delle connesse infrastrutture). Il Ministero ha in seguito approvato l'A.I.A. che, con un gioco di prestigio, aggiunge all'impianto a ciclo combinato, precedentemente autorizzato, i due gruppi a carbone muniti di desolforatori. 
Sarebbe bastato un semplice sopralluogo sul sito di Costa Morena ed un esame cartografico per capire quanto le opere autorizzate (in presenza anche del carbonile e del tuttora presente stoccaggio di olio combustibile) siano inconciliabili fra loro, con l'approvvigionamento impossibile di metano (nel frattempo destinato alla nuova centrale a ciclo combinato di Enipower), e soprattutto inconciliabile per limiti strutturali incorreggibili, con il territorio ed i suoi equilibri ambientali. 
Edipower, peraltro, non ha mai avuto realmente intenzione di "ambientalizzare" l'impianto o anche di dar corso alle autorizzazioni ricevute, tanto è vero che il suo attuale socio di riferimento A2A, senza presentare un piano industriale ed in assenza di una certificazione Emas, parla genericamente della permanenza di un solo gruppo, da alimentare con un mix di carbone e (10%) CSS (combustibile solido secondario), che altro non è che il CDR. 
È chiara l'intenzione di A2A di guadagnare tempo, di mantenere nel frattempo in esercizio l'impianto nella situazione attuale e di provare forse, a cercare un offerente disposto a rivelare centrali e progetti approvati nell'AIA. 
Le politiche europee su efficienza e fonti rinnovabili (compresa la Roadmap per il 2050), il mercato dell'energia e i costi di produzione e di trasmissione e di distribuzione di energia elettrica non consentono più ritardi, giochi gattopardeschi o manovre aziendalistiche a scapito dei lavoratori, dell'ambiente e del futuro stesso del territorio. 
Legambiente, che più volte ha denunciato la storia sbagliata di BR Nord ed il sonno della ragione (e, a volte, delle coscienze) che l'ha caratterizzata, ha sempre prospettato soluzioni ed intende farlo anche ora, chiedendo in primo luogo, al Sindaco di affrontare con fermezza la questione per giungere rapidamente a definire un programma alternativo, rispetto allo stallo in cui ci si trova attualmente. 
Sin dalla promulgazione delle leggi 426/98 e 471/99 e delle disposizioni in materia di bonifica di siti inquinati, Legambiente ha questo che si investisse seriamente nella caratterizzazione, nella messa in sicurezza e nella bonifica del sito di interesse nazionale (SIN) di Brindisi. Ciò rappresentava, quando Legambiente l'ha proposto, una straordinaria occasione per la riqualificazione del territorio e per imprese e lavoratori locali. 
Da allora, Legambiente, dice apertamente che il futuro di Brindisi nord passa innanzitutto attraverso la bonifica, previo smantellamento e messa in sicurezza, dell'area occupata dall'impianto, a cominciare – e su questo non può esservi alcuna discussione – da quella parte occupata dai gruppi dismessi. Le decisioni e gli accordi in merito sono da definire con urgenza, per evitare il ripetersi di casi scandalosi, quali quelli legati alla “tranquilla” fuga da Brindisi di EVC e Dow Chemical che nulla hanno fatto (o sono state chiamate a fare) a garanzia dei lavoratori e della bonifica dei siti abbandonati. Nei lavori di smantellamento, messa in sicurezza e bonifica andrebbero, ovviamente impiegati gli stessi lavoratori della centrale BR nord, valorizzando la loro conoscenza degli impianti, la loro competenza e la loro disponibilità ad aggiornare la qualificazione professionale. I lavori di bonifica andranno (sul tema non è possibile usare il condizionale) finanziati e realizzati con il diretto impegno di A2A, alla quale società è superfluo ricordare gli obblighi di Legge e quelli rivenienti dall'accordo di programma firmato anche da Edipower, in materia di bonifiche nel S.I.N. 
L'area occupata dalla centrale e dai servizi connessi (circa 60 ettari), una volta bonificata, non può che risultare strategica per la Città. 
Legambiente ritiene fattibile la creazione di un Distretto tecnologico dell'energia rinnovabile così strutturato: 
• Settore ricerca, con il coinvolgimento dell'Università del Salento, dell'Università di Bari (valorizzando studi, progettazioni, sperimentazioni su efficienza energetica, fonti rinnovabili e nanocomponenti), centri ed istituti di ricerca da tempo attivi ed apprezzati nella Regione (e non soltanto), società private operanti in campo energetico; 
• Settore produzione e commercializzazione, che crei una filiera produttiva che tragga fondamento dalle attività di ricerca e porti alla produzione e commercializzazione di macchine e componenti di impianti rinnovabili ed a fornire assistenza tecnica a soggetti pubblici e privati; 
• Impianto termodinamico, il cui esempio più conosciuto è rappresentato in Italia dall'impianto Archimede, fermamente voluto dal Premio Nobel Prof. Rubbia quando era presidente dell'ENEA; l'impianto è formato da collettori termici (che si muovono seguendo il sole, secondo il principio del fototropismo) ispirati al celebre esperimento con gli specchi di Archimede; il calore assorbito viene concentrato su tubi contenenti una miscela di sali di sodio e di potassio che riesce a garantire l'accumulo e la stabilità termica a 550°C, anche nelle ore notturne, in serbatoi; la tecnica termodinamica ha il pregio di migliorare sensibilmente l'efficienza nel processo di captazione, concentrazione, accumulo dell'energia solare e del rendimento nella trasformazione in apposite turbine dell'energia termica in energia elettrica nell'arco dell'intera giornata, indipendentemente dall'irraggiamento diretto dei collettori. 

Il problema relativo legato all'occupazione di suolo dell'impianto termodinamico sollecita il ricorso agli studi ed alle sperimentazioni su ricorso a nanocomponenti, quali nanotubi e nanoantenne in cui eccelle il Massachusset's Institute of Technology (MIT) di Boston, ma che hanno trovato significativo ed autonomo rilievo in Italia e, in particolare, presso l'Università del Salento. Nanotubi di carbonio si sono dimostrati ad altissima conducibilità, ma sono in fase di sperimentazione nanotubi di origine sintetica, ancorati su fosfolipidi combinati con proteine di origine batterica, materiali tutti rigenerabili in solventi secondo i principi della fotosintesi clorofilliana. Ogni nanotubo è lungo 10 nanometri e largo 4 ed ha il pregio di ridurre enormemente il consumo di suolo e di aumentare sensibilmente l'efficienza fino a 100 volte. 
Legambiente ha, in passato, sostenuto la proposta di realizzare un impianto fotovoltaico nell'area che era occupata dal ciclo di produzione del PVC. La condizione pregiudiziale era la bonifica del sito che le istituzioni avrebbero dovuto imporre ad EVC prima della sua fuga da Brindisi e che la nuova società avrebbe dovuto accollarsi. 
Oggi quella proposta, possibilmente rivalutata in impianto termodinamico, resta ipotizzabile alle stesse condizioni e potrebbe essere il fulcro della fornitura di energia elettrica per l'area industriale, purchè accompagnata dal Piano di efficientamento energetico del comparto industriale già richiamato. 
L'impianto termodinamico nell'area da dismettere della centrale Brindisi Nord potrebbe avere, in parte, utenze industriali, ma soprattutto quelle portuali (si pensi soltanto agli impianti di illuminazione ed ai servizi per le attività a terra e per l'alimentazione delle navi, che non dovrebbe più essere assicurata durante la sosta dai generatori elettrici) e nei quartieri limitrofi. 

sabato 30 marzo 2013

Convegno: "Proposte per una economia sostenibile"

Introduce e modera Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia 

Saluti del Sindaco del Comune di Brindisi 

Intervengono: 

“Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate: aspetti normativi e proposte di attivazione” 
Francesco Magno, Legambiente Brindisi 

"Qualità ambientale e convenienza economica per le Aree produttive ecologicamente attrezzate: le linee guida emanate dal ministero dell'Ambiente" 
Sandro Polci, Cresme Consulting 

“Proposta di energia rinnovabile da moto ondoso” 
Giulio Maellaro, ITS Nautico “Carnaro” di Brindisi 

"Lo sviluppo e le opportunità della tecnologia del solare termodinamico" 
Francesco Colelli, Business Development manager di Angelantoni Clean Tech 

“Per una città sostenibile: distretto del rinnovabile e Patto dei Sindaci” 
Doretto Marinazzo, Legambiente Brindisi 

“Oltre la sostenibilità ambientale, perseguire la sostenibilità sociale ed economica” 
Giuseppe Marchionna, Confcommercio Brindisi 

Conclusioni di Stefano Ciafani, Vice Presidente Nazionale di Legambiente 

Interventi programmati