Comunicato stampa
Il 30 settembre u.s. il Consiglio
comunale di Brindisi ha convocato per l’11 novembre una seduta monotematica sul
polo energetico e, nella stessa giornata, Edipower – A2A ha consegnato al
Ministero dell’Ambiente la richiesta di “modifica” dell’Autorizzazione
Integrata Ambientale per la centrale termoelettrica Brindisi Nord.
La società elettrica, che ha
consegnato in precedenza il Piano di adeguamento dell’AIA per guadagnare i due
anni consentiti per avviare opere che non ha alcuna intenzione di fare, chiede
di sottoporre a VIA e a revisione AIA la proposta di realizzare un gruppo da
300 Mw da alimentare con carbone (90%) e CSS (10% termici), asserendo che si
otterrà una riduzione del 50% delle emissioni rispetto all’attuale impianto.
Sarebbe troppo facile rilevare,
ironicamente, che passando da 640 Mw a meno della metà, le emissioni dovrebbero
più che dimezzarsi, ma la verità è che la co-combustione di combustibili di ben
diverso potere calorifico (di cui il
CSS-combustibile ricavato da rifiuti, che soltanto dalla presenza di
materie plastiche ricava un aumento di potere calorifico) ha un impatto
ambientale addirittura maggiore del solo carbone.
Il CSS, peraltro, non è affatto vero che
deriverebbe da filiera corta, in quanto vicino alla centrale vi sarebbe
soltanto l’impianto di trasformazione in CSS di rifiuti provenienti da altrove;
ciò viste le difficoltà amministrative e tecniche che si registrano
sull’impianto comunale di produzione dell’ex CDR da RSU che, ci piace
ricordarlo, è stato progettato nel 2000, realizzato nel 2006 e mai entrato
in funzione.
Legambiente presenterà le proprie
osservazioni critiche nell’ambito dei procedimenti AIA e VIA, ma ritiene
necessario che le istituzioni, a cominciare dalla Regione Puglia, traducano la
propria opposizione in una richiesta congiunta di chiusura, di smantellamento,
di bonifica e di realizzazione di nuove opere; Legambiente ha già presentato la
proposta di creazione di un Distretto tecnologico dell’energia rinnovabile
(ricerca, produzione di impianti e componenti, impianto solare termodinamico al
servizio di un’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) e di quella
portuale).
Si allega la lettera aperta ai
consiglieri comunali e si ricorda che, in presenza delle Autorizzazioni
Integrate Ambientali soltanto l’azione congiunta di Istituzioni, forze
politiche ed associazioni può consentire di costruire soluzioni alternative
nell’area di Costa Morena, di ridurre sensibilmente potenza e carbone nella
Centrale Brindisi Sud, di rispondere alla gestione criminale di insediamenti
fotovoltaici nel contesto rurale con una programmazione virtuosa di impianti su
edifici, ma anche con impianti in aree industriali e commerciali.
Brindisi, 1 ottobre 2013
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