COMUNICATO STAMPA
Consiglio comunale e questione energetica: continui
rinvii per non decidere!
Il
Consiglio Comunale monotematico sul polo energetico è stato, ancora una volta,
rinviato al 17 marzo e caratterizzato da atteggiamenti “politichesi” che si concretizzano
nella “cauta disponibilità” all’apertura nei confronti di
Edipower–A2A.
Non è
ancora chiaro alla politica che le posizioni istituzionali sugli “insediamenti”
si esprimono attraverso la “partecipazione” alle procedure autorizzative e non
in incontri con le aziende.
Dal
sito del Ministero dell’Ambiente e relativamente alla procedura di VIA,
associata all’AIA già ottenuta da parte della Edipower-A2A, le uniche due
“osservazioni” presentate al progetto di utilizzo in co-combustione di
CSS-combustibile e carbone, sono quelle nostre, di Legambiente e quelle della
Provincia.
Il
Comune non ha espresso alcun parere (sic!) e quindi, nel procedimento in corso,
non ha garantito alcuna rappresentanza nella tutela ambientale del territorio e
dei Cittadini; ci chiediamo se, a tal riguardo, siamo di fronte ad una scelta
politica o ad “omissioni” tecniche da sanzionare.
La
Provincia, invece, nelle proprie “osservazioni”, oltre a richiedere
integrazioni, ha espresso anche una chiara volontà politica contro il progetto,
attraverso riferimenti normativi nazionali e regionali che ne impediscono la
realizzazione.
Continuiamo a ritenere che, vista l’importanza
degli argomenti in discussione, il polo energetico richieda una seduta
consiliare distinta rispetto a chimica e bonifiche, ma apprezziamo l’attenzione
riservata, in particolare nel centrodestra, al Report di Legambiente sui Siti
di Interesse Nazionale e, quindi, su quello di Brindisi: bonifiche, Area
Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) ed alternative green e smart
rispetto alla non più praticabile ed inquinante “politica delle megaopere”
saranno oggetto di riflessione e di proposte in un convegno che si svolgerà fra
poco più di un mese.
Ricordiamo a tutti i consiglieri
comunali ed al Sindaco, dal quale attendiamo risposte alle richieste fattegli
pervenire, che sono scaduti i termini per redigere il Registro delle emissioni
ed il Piano di azione per l’energia sostenibile nelle città europee firmatarie
del Patto dei Sindaci: le risposte che chiediamo sono ben più importanti dei
tentativi di concordare un Ordine del giorno di nessuna efficacia formale!
Uno dei punti di contrasto fra i
gruppi politici è stata la posizione sulla centrale termoelettrica Brindisi
Nord e sul futuro dei lavoratori
Edipower.
Legambiente ha da tempo formulato
una sua articolata proposta che puntualizzerà nel convegno citato e che, come
le altre, per evitare di fare chiacchiere, presupponeva
che Regione e Comune, anche per avere più forza, fossero riuscite a bloccare
con le proprie osservazioni, un positivo giudizio di compatibilità ambientale
nella VIA sul progetto di co-combustione. La proposta prevede di
coinvolgere i lavoratori e la società Edipower–A2A nello smantellamento
dell’impianto (è anche a carico della stessa la bonifica del sito) e nella
realizzazione di un Distretto tecnologico dell’energia rinnovabile che veda
un settore di ricerca (facendo in esso
confluire i tanti soggetti del territorio, e non solo, che conducono studi e
sperimentazioni avanzate anche con il ricorso a nanotecnologie), un settore
destinato all’assistenza tecnica ed alla commercializzazione nel campo delle
fonti rinnovabili e dell’efficienza e del risparmio energetico, ed un impianto
solare termodinamico da porre al servizio del porto e degli insediamenti civili
vicini. Si propone di costruire un altro impianto termodinamico, previa
verifica della effettiva disponibilità e titolarità dei suoli, nell’area del
petrolchimico al posto di quello fotovoltaico mai realizzato.
A tal proposito si annuncia la
richiesta, ai fini di legge, di quali siano i suoli pubblici, già
caratterizzati ed autorizzati all’uso consentito dal Ministero dell’Ambiente,
per rendere completa l’opportunità da offrire agli investitori.
Questo ultimo impianto, da
realizzare all’interno del petrolchimico (suoli ex EVC) povrebbe fornire
energia elettrica alle imprese della zona industriale senza ricorrere a
contrattazioni al ribasso, sui costi di fornitura in rete, ma come primo passo
della realizzazione di quell’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA)
che, sulla base dei principi e degli obiettivi di smart economy, veda le
imprese insediate protagoniste della
gestione della politica industriale sostenibile e non dissipatrici di risorse
territoriali o utilizzatrici di servizi non sempre efficienti.