lunedì 3 marzo 2014

COMUNICATO STAMPA
Consiglio comunale e questione energetica: continui rinvii per non decidere!
Il Consiglio Comunale monotematico sul polo energetico è stato, ancora una volta, rinviato al 17 marzo e caratterizzato da atteggiamenti “politichesi” che si concretizzano nella “cauta disponibilità” all’apertura nei confronti di Edipower–A2A.
Non è ancora chiaro alla politica che le posizioni istituzionali sugli “insediamenti” si esprimono attraverso la “partecipazione” alle procedure autorizzative e non in incontri con le aziende.
Dal sito del Ministero dell’Ambiente e relativamente alla procedura di VIA, associata all’AIA già ottenuta da parte della Edipower-A2A, le uniche due “osservazioni” presentate al progetto di utilizzo in co-combustione di CSS-combustibile e carbone, sono quelle nostre, di Legambiente e quelle della Provincia.
Il Comune non ha espresso alcun parere (sic!) e quindi, nel procedimento in corso, non ha garantito alcuna rappresentanza nella tutela ambientale del territorio e dei Cittadini; ci chiediamo se, a tal riguardo, siamo di fronte ad una scelta politica o ad “omissioni” tecniche da sanzionare.
La Provincia, invece, nelle proprie “osservazioni”, oltre a richiedere integrazioni, ha espresso anche una chiara volontà politica contro il progetto, attraverso riferimenti normativi nazionali e regionali che ne impediscono la realizzazione. 
 Continuiamo a ritenere che, vista l’importanza degli argomenti in discussione, il polo energetico richieda una seduta consiliare distinta rispetto a chimica e bonifiche, ma apprezziamo l’attenzione riservata, in particolare nel centrodestra, al Report di Legambiente sui Siti di Interesse Nazionale e, quindi, su quello di Brindisi: bonifiche, Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) ed alternative green e smart rispetto alla non più praticabile ed inquinante “politica delle megaopere” saranno oggetto di riflessione e di proposte in un convegno che si svolgerà fra poco più di un mese.
Ricordiamo a tutti i consiglieri comunali ed al Sindaco, dal quale attendiamo risposte alle richieste fattegli pervenire, che sono scaduti i termini per redigere il Registro delle emissioni ed il Piano di azione per l’energia sostenibile nelle città europee firmatarie del Patto dei Sindaci: le risposte che chiediamo sono ben più importanti dei tentativi di concordare un Ordine del giorno di nessuna efficacia formale!
Uno dei punti di contrasto fra i gruppi politici è stata la posizione sulla centrale termoelettrica Brindisi Nord  e sul futuro dei lavoratori Edipower.
Legambiente ha da tempo formulato una sua articolata proposta che puntualizzerà nel convegno citato e che, come le altre, per evitare di fare chiacchiere, presupponeva che Regione e Comune, anche per avere più forza, fossero riuscite a bloccare con le proprie osservazioni, un positivo giudizio di compatibilità ambientale nella VIA sul progetto di co-combustione. La proposta prevede di coinvolgere i lavoratori e la società Edipower–A2A nello smantellamento dell’impianto (è anche a carico della stessa la bonifica del sito) e nella realizzazione di un Distretto tecnologico dell’energia rinnovabile che veda un  settore di ricerca (facendo in esso confluire i tanti soggetti del territorio, e non solo, che conducono studi e sperimentazioni avanzate anche con il ricorso a nanotecnologie), un settore destinato all’assistenza tecnica ed alla commercializzazione nel campo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza e del risparmio energetico, ed un impianto solare termodinamico da porre al servizio del porto e degli insediamenti civili vicini. Si propone di costruire un altro impianto termodinamico, previa verifica della effettiva disponibilità e titolarità dei suoli, nell’area del petrolchimico al posto di quello fotovoltaico mai realizzato.
A tal proposito si annuncia la richiesta, ai fini di legge, di quali siano i suoli pubblici, già caratterizzati ed autorizzati all’uso consentito dal Ministero dell’Ambiente, per rendere completa l’opportunità da offrire agli investitori. 

Questo ultimo impianto, da realizzare all’interno del petrolchimico (suoli ex EVC) povrebbe fornire energia elettrica alle imprese della zona industriale senza ricorrere a contrattazioni al ribasso, sui costi di fornitura in rete, ma come primo passo della realizzazione di quell’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) che, sulla base dei principi e degli obiettivi di smart economy, veda le imprese insediate  protagoniste della gestione della politica industriale sostenibile e non dissipatrici di risorse territoriali o utilizzatrici di servizi non sempre efficienti.