Legambiente Brindisi nota che si
giunge al Consiglio comunale monotematico sull’energia in ordine sparso e che nessuno abbia assunto o richiesto
nei tempi prescritti gli atti formali riguardanti la presentazione delle
osservazioni sul progetto Edipower -
A2A ed il rispetto delle procedure previste dal Patto dei sindaci per l’energia
sostenibile in Europa.
In merito alla centrale Brindisi
Nord oggi l’unico “atto riparatorio” possibile è quello di concordare con la
Regione Puglia e con la Provincia di Brindisi, l’unica che ha presentato, come
ha fatto Legambiente, le osservazioni, un’azione comune che porti in Conferenza
di servizi a formalizzare e sostenere tecnicamente la contrarietà al progetto
di co-combustione di carbone e CSS.
In merito alla proposta di
riqualificazione dell’area suddetta, Legambiente ribadisce la propria
posizione, che prevede di coinvolgere i
lavoratori e la società Edipower –A2A nello smantellamento dell’impianto (è
anche a carico della stessa la bonifica del sito) e nella realizzazione di un
Distretto tecnologico dell’energia rinnovabile che veda un settore di ricerca (facendo in esso confluire
i tanti soggetti del territorio, e non solo, che conducono studi e
sperimentazioni avanzate anche con il ricorso a nanotecnologie), un settore
destinato all’assistenza tecnica ed alla commercializzazione nel campo delle
fonti rinnovabili e dell’efficienza e del risparmio energetico, ed un impianto
solare termodinamico da porre al servizio del porto e degli insediamenti civili
vicini. Si propone di costruire un altro impianto termodinamico, previa
verifica della effettiva disponibilità e titolarità dei suoli, nell’area
industriale al posto di quello fotovoltaico mai realizzato.
Questo impianto dovrebbe fornire
energia elettrica alle imprese della zona senza ricorrere a contrattazioni al ribasso, sui costi di fornitura in rete, ma
come primo passo della realizzazione di quell’Area Produttiva Ecologicamente
Attrezzata (APEA) che, sulla base dei principi e degli obiettivi di smart
economy, veda le imprese protagoniste della gestione della politica industriale
sostenibile e non dissipatrici di risorse territoriali o fornitrici di servizi
non sempre efficienti.