venerdì 14 marzo 2014

COMUNICATO STAMPA
Legambiente Brindisi nota che si giunge al Consiglio comunale monotematico sull’energia in ordine  sparso e che nessuno abbia assunto o richiesto nei tempi prescritti gli atti formali riguardanti la presentazione delle osservazioni sul progetto Edipower   - A2A ed il rispetto delle procedure previste dal Patto dei sindaci per l’energia sostenibile in Europa.
In merito alla centrale Brindisi Nord oggi l’unico “atto riparatorio” possibile è quello di concordare con la Regione Puglia e con la Provincia di Brindisi, l’unica che ha presentato, come ha fatto Legambiente, le osservazioni, un’azione comune che porti in Conferenza di servizi a formalizzare e sostenere tecnicamente la contrarietà al progetto di co-combustione di carbone e CSS.
In merito alla proposta di riqualificazione dell’area suddetta, Legambiente ribadisce la propria posizione, che  prevede di coinvolgere i lavoratori e la società Edipower –A2A nello smantellamento dell’impianto (è anche a carico della stessa la bonifica del sito) e nella realizzazione di un Distretto tecnologico dell’energia rinnovabile che veda un  settore di ricerca (facendo in esso confluire i tanti soggetti del territorio, e non solo, che conducono studi e sperimentazioni avanzate anche con il ricorso a nanotecnologie), un settore destinato all’assistenza tecnica ed alla commercializzazione nel campo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza e del risparmio energetico, ed un impianto solare termodinamico da porre al servizio del porto e degli insediamenti civili vicini. Si propone di costruire un altro impianto termodinamico, previa verifica della effettiva disponibilità e titolarità dei suoli, nell’area industriale al posto di quello fotovoltaico mai realizzato.

Questo impianto dovrebbe fornire energia elettrica alle imprese della zona senza ricorrere a contrattazioni  al ribasso, sui costi di fornitura in rete, ma come primo passo della realizzazione di quell’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) che, sulla base dei principi e degli obiettivi di smart economy, veda le imprese protagoniste della gestione della politica industriale sostenibile e non dissipatrici di risorse territoriali o fornitrici di servizi non sempre efficienti.