CONSIGLIO MONOTEMATICO: UNA TRAGICA FARSA!
Quando, sei mesi fa, fu
chiesta la convocazione di un consiglio monotematico sul polo energetico
dicemmo che, ricordando la lunga serie di simili appuntamenti infruttuosi, il
rischio era quello di fare passerella e di produrre un ordine del giorno
formalmente inefficace.
La realtà, come spesso
accade in politica, va oltre le peggiori previsioni: sei lunghi mesi non sono
serviti a trovare una posizione unitaria e, perfino posizioni ufficializzate,
quali quelle relative alla chiusura della centrale termoelettrica Brindisi Nord
contenute nel documento programmatico del centrosinistra ed in dichiarazioni
ripetute di esponenti di primo piano del PD, sono state rinnegate dal voto su
un documento, francamente sconcertante, che ha lo scopo di tenere in piedi la
maggioranza.
Come si fa a sostenere che
la materia va “approfondita” mentre è in corso la procedura VIA sul progetto di
co-combustione di carbone e CSS presentato da Edipower–A2A, procedimento che,
nell’assenza inquietante dell’Amministrazione Comunale, potrebbe presto
chiudersi con il riconoscimento del giudizio di compatibilità ambientale
positivo?
È assordante il quasi
silenzio generale di consiglieri sul mancato invio delle osservazioni del
Comune di Brindisi nell’ambito della VIA in corso o sulla scappatoia della
richiesta di convocazione di una conferenza di servizi regionale (ricordate il
grandissimo clamore delle audizioni sul gasdotto TAP?): ricordiamo che soltanto
Legambiente e l’Amministrazione Provinciale (forse perché guidata da un Commissario
Prefettizio non condizionato dai giochi politici locali?) hanno inviato
osservazioni e che si potrebbe giungere rapidamente ad una conferenza decisoria
a Roma.
È paradossale che siano
discussi e bocciati ordini del giorno su bonifiche, strumenti di monitoraggio
ed epidemiologici in campo ambientale e sanitario e ricorso a programmi di
finanziamento europei e che nessuno abbia rilevato il mancato rispetto del
principale strumento di pianificazione e di
accesso prioritario (disposto nelle norme comunitarie) che è il Patto dei Sindaci per l’energia sostenibile
in Europa, nel quale erano prescritti il Registro delle emissioni ed il Piano
d’azione per l’energia sostenibile.
Abbiamo assistito ad una
nuova tragica farsa che offende la dignità dell’intera comunità e, in primo
luogo, quella dei lavoratori ai quali si continua a far credere che i loro
diritti siano in contrasto con quelli alla salute ed all’ambiente. Ad essi
ricordiamo le vicende di EVC e di Dow Chemical che, come potrebbe accadere ora,
hanno potuto “tranquillamente” fuggire da Brindisi non rispondendo del danno
ambientale, non bonificando l’area occupata dagli impianti e mettendo in mezzo
alla strada i lavoratori. Anche pensando ai risvolti occupazionali noi continueremo
a portare avanti la proposta di Distretto tecnologico dell’energia rinnovabile
nell’area occupata dalla centrale Brindisi Nord, di un ulteriore impianto
termodinamico nel petrolchimico e di alternative “smart” rispetto all’attuale
produzione chimica, quali punti nodali, accanto alla bonifica dell’area S.I.N.,
della costruzione di quell’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) più volte dettagliatamente
descritta e recepita anche nel Piano paesaggistico regionale. Continueremo
anche ad indicare nuove opportunità offerte da disposizioni di legge e
programmi comunitari e (purtroppo ne siamo convinti) a denunciare il mancato
ricorso istituzionale a tali risorse.
Lo faremo perché la tanta
gente che ci ha seguito nella lunga lotta contro il terminal di
rigassificazione ci trasmette ancora l’ottimismo della volontà che si
contrappone a quel crescente pessimismo che il quadro politico-istituzionale
locale stimola sempre più.