Le inefficienze sulla gestione dei RSU non devono
ricadere sui Cittadini.
Legambiente ha recentemente affermato
che la questione della gestione dei rifiuti solidi urbani (RSU) deve essere
affrontata privilegiando dati oggettivi rispetto ai “rumors” generici
alimentati ad arte.
Nell’ultimo periodo di gestione del
servizio a Brindisi da parte della Monteco abbiamo fatto presente che il
raggiungimento di oltre il 36% di raccolta differenziata a giugno aveva
consentito di evitare il rischio della ecotassa che la Regione Puglia farebbe
scattare se non si raggiungessero gli obiettivi fissati del 35% al 30 giugno
2014, del 40% al 31 dicembre 2014, del 45% al 30 giugno 2015. Va anche
precisato che alla fine di ottobre, ultimo mese di piena gestione del servizio da
parte di Monteco, si è sfiorato il 40% fissato come obiettivo di fine anno.
Legambiente, in tale periodo, ha
anche evidenziato limiti strutturali, orari di raccolta discutibili,
responsabilità da parte dei cittadini in relazione al troppo frequente abbandono
di rifiuti che qualcuno ad arte attribuiva alla società Monteco, ma soprattutto
l’incredibile stato di precarietà in cui si operava fra gare d’appalto alquanto
“bizzarre”, ricorsi, annullamenti di appalti, richieste risarcitorie, proroghe
del contratto in essere. Tutte vicende su cui, visti anche i possibili danni
sulle casse comunali e di conseguenza sulla tasche dei cittadini, è necessario
che siano accertate le responsabilità.
Legambiente non ha commentato
l’assegnazione provvisoria di un appalto per soli 6 mesi in attesa del bando di
gara per l’intero Ambito Territoriale o l’effettiva capacità acclarata
attraverso la documentazione dell’attività svolta in altre realtà territoriali
da parte della società “Ecologica pugliese”.
Era evidente che il brusco cambio di
gestione e la mancanza di un periodo di transizione concordato dovessero
comportare disfunzioni. A tal proposito va chiarito che i cassonetti stradali e
le pattumiere domestiche fornite ai cittadini in comodato d’uso erano della
Monteco (che fine hanno fatto quelli acquistati dal Comune con apposita gara e
con finanziamenti rivenienti dai fondi dell’Area a rischio?) che male ha fatto
a rimuoverle “furtivamente”, ma nessun obbligo aveva la vecchia società nei
confronti della Ecologica pugliese che, al contrario, aveva il dovere di
fornire all’atto dell’assunzione dell’incarico i nuovi cassonetti e le
pattumiere domestiche.
Legambiente ha apprezzato la volontà
dell’assessore all’Ambiente del Comune di controllare personalmente qualità e
disfunzioni del servizio (compito che comunque non gli spettava), compresa la
decisione di installare telecamere, ma il dato oggettivo è che la raccolta
differenziata pare essere crollata al 12%, che la distribuzione dei cassonetti
non sia ancora stata completata e che molte famiglie siano ancora sprovviste
delle pattumiere. Tutto ciò contribuisce all’indecoroso spettacolo dei tanti
cumuli di rifiuti sparsi in città, anche laddove i cittadini avevano imparato a
differenziare i rifiuti.
Dal momento che ci si è allontanati
dall’obiettivo del 40%, peraltro non esaltante se paragonato ad altre realtà
italiane, di raccolta differenziata non ci sembra accettabile che a doverne
pagare le conseguenze (aumento delle tasse e città sporca) siano i cittadini
che avevano contribuito a raggiungere tale obiettivo nello scorso mese di
ottobre.
Fa ancora più rabbia il fatto che a
pagare siano sempre i Cittadini e non gli addetti al controllo ed alla gestione
degli impianti dedicati al trattamento ed al recupero dei RSU, dell’organico, delle
raccolte differenziate, del biogas prodotto dalla discarica comunale di
Autigno: tutte azioni ed attività politiche mirate, con lungimiranza circa 3
lustri fa, a ridurre la tariffa e portare un reale e sociale beneficio
economico; tutto vanificato e peggiorato!
Direttivo
Legambiente Brindisi Circolo “T. Di Giulio”