giovedì 14 maggio 2015

anteprima Spiagge e fondali puliti 2015

sabato 16 maggio 2015 dalle ore 9 alle ore 11 si svolgerà l'iniziative "Anteprima Spiagge e fondali puliti 2015" con due classi della Scuola media statale "Caduti di Marzabotto" di Brindisi presso la spiaggia del Parco regionale Saline e stagni di Punta della Contessa.

martedì 5 maggio 2015

Discovering Puglia Natura e sport 2015 - 3 maggio

Si è svolta domenica 3 maggio 2015 presso il parco regionale “Saline e stagni di Punta della Contessa” la prima inziativa organizzata da Legambiente Brindisi nell'ambito di Discovering Puglia Natura e sport 2015 denominata “Nel Parco dell'Airone”. Legambiente, nel ringraziare i numerosi partecipanti, ricorda che la prossima attività “Ci vuole un albero” si svolgerà domenica 10 maggio 2015 alle ore 9.30 presso la Riserva naturale regionale orientata “Bosco di Cerano – Tramazzone” e consisterà in un trekking (livello facile) per adulti e, alle ore 11, uno spettacolo di canzoni e filastrocche “Ci vuole un fiore” per bambini. Info e prenotazioni: legambientebrindisi@gmail.com o 320.675.0088


giovedì 30 aprile 2015

Discovering Puglia Natura 2015 "Nel parco dell'Airone"

Legambiente Brindisi, nell'ambito dii Discovering Puglia Natura 2015, organizza per domenica 3 maggio 2015 dalle ore 17 alle ore 20 l'iniziativa di birdwatching "Nel parco dell'Airone" presso il parco regionale "Saline e stagni di Punta della Contessa" a Brindisi. L'ingresso è libero e gratuito.
si consiglia di portare il binocolo per gli avviistamenti.
info e prenotazioni: 320-6750088 oppure legambientebrindisi@gmail.com

lunedì 13 aprile 2015

nota su ASI - APPEA


Come riportato dai media, la Provincia di Brindisi, oltre la giusta “insofferenza” evidenziata dal Comune di Ostuni in merito alla gestione dell’area industriale affidata al Consorzio ASI, ha deciso di uscire dal Consorzio stesso che, sostanzialmente, rappresenta oggi un inutile orpello per le aziende insediate e per la stessa programmazione dei territori comunali, spesso impedita dalla presenza di strumenti di pianificazione dell’ASI differenti rispetto alle necessità di gestire il territorio e dannosi per le stesse aziende.
Fin dal 2010 Legambiente ha sollecitato la Regione Puglia al ripristino di una normativa regionale (L.R. 2/2002) che prevedeva, in ottemperanza al D.Lgs 112/98 (Decreto Bersani), la costituzione nelle aree industriali di un’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA); infatti, la L.R. n. 2/2002, demandava ai Comuni che intendessero realizzare Aree produttive ecologicamente attrezzate”, tutte le funzioni amministrative e gestionali delle aree industriali, prevedendo, inoltre, l’abolizione degli allora Consorzi SISRI e l’immediato commissariamento.
Nessuno dei comuni appartenenti all’allora Consorzio SISRI (Brindisi, Ostuni, Fasano e Francavilla Fontana) ha ottemperato alla possibilità offerta dalla Regione; ciò fino all’emanazione della L.R. 2/2007 con la quale la Regione regolava “l’Ordinamento dei Consorzi per lo sviluppo industriale, identificati nelle 5 province pugliesi, eliminava i commissariamenti effettuati ed abrogava la precedente L.R. 2/2002.
Di fatto impediva la costituzione delle A.P.E.A., mantenendo la gestione “politica” di un Ente economico, denominandolo “Consorzio ASI”.
Vi era, quindi, da parte della Regione un’evidente inottemperanza rispetto al Decreto Bersani (D.Lgs 112/1998) che demandava alle Regioni la costituzione delle APEA.
Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA) rappresentano, infatti, la migliore garanzia per superare le attuali difficoltà, attraverso la costruzione di nuove “reti di impresa”, territoriali e tematiche; in tale contesto le APEA rappresentano (come avviene in molte altre Regioni) un modello innovativo ed efficace di supporto alla produzione, alla competitività e all’innovazione; in definitiva: ottimizzare i processi produttivi “core”, esternalizzare i processi “no core”, risparmiare migliorando l’assetto gestionale e quello di impatto ambientale, ecc. il tutto per recuperare competitività.
Legambiente ha molto insistito perché la normativa regionale fosse adeguata a quella nazionale in merito alla realizzazione delle APEA (non ultimo il Convegno tenutosi nella sala Consiliare della Regione il 27 giugno 2013 dal titolo “ Anche in Puglia è tempo di A.P.E.A.” ed il recente Convegno di Legambiente del 20/02/2015 in Brindisi) e la Regione Puglia ha compensato le mancanze normative fornendo, finalmente, uno strumento attuativo.
Infatti la Regione ha approvato e pubblicato (Burp del 23/03/2015) il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale” (P.P.T.R.) e nell’obiettivo generale n. 11 prevede la realizzazione di “Aree Produttive Paesaggisticamente ed Ecologicamente Attrezzate (A.P.P.E.A.); in sostanza, la Regione aggiunge solo il termine “Paesaggisticamente” alla consolidata APEA in quanto le attuali aree produttive presentano forti criticità ambientali, di edilizia, di urbanistica e paesaggistica.
La Regione, con il PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale) affronta il problema delle strutture produttive sul territorio ponendosi l’obiettivo di ridurre le criticità e producendo delle “Linee Guida” per le aree produttive paesaggisticamente ed ecologicamente attrezzabili (APPEA) che costituiscono un’evoluzione inclusiva dei temi paesaggistici, della qualità edilizia e dei temi della produzione energetica delle tradizionali APEA.
Oggi è quindi possibile svincolarsi dal “Consorzio ASI” attraverso la costituzione di un’APPEA.
In definitiva, il percorso da seguire per rendersi autonomi e realizzare sul proprio territorio una APPEA, con il diretto coinvolgimento delle aziende insediate, passa attraverso la redazione, da parte del Comune del Piano per la riconversione delle aree produttive che dovrà essere sviluppato seguendo le apposite “Linee Guida” regionali.
Legambiente, quindi, con questa e con altre azioni che sono in fase di preparazione, intende sollecitare, come ha correttamente fatto la Provincia, i Comuni appartenenti al Consorzio ASI a ridurre la spesa pubblica e ad essere artefici del “governo” del proprio territorio, rendendo realmente protagoniste le aziende insediate, attraverso le forme giuridiche consentite, di recuperare competitività e crescita anche attraverso i canoni della “green economy”.
Legambiente ritiene sia necessario ridurre al massimo la gestione “politica” di quegli Enti Economici che, in quanto totalmente svincolati dagli Enti elettivamente costituiti, rappresentano un reale freno alla “governace” del territorio da parte di chi ne ha titolo ed impediscono lo snellimento delle procedure di gestione, a danno delle aziende insediate, rallentandone e/o impedendone quello sviluppo al quale le stesse aziende ambiscono.
Legambiente Brindisi

martedì 27 gennaio 2015

Sulle politiche della mobilità e del traffico nella città di Brindisi.


Negli anni ’90 si sono sviluppati, a livello europeo, modelli di gestione urbana che guardavano alla sostenibilità nelle città e sono state portate avanti politiche improntate alla mobilità sostenibile per soddisfare le esigenze di spostamento dei cittadini senza pregiudicare la loro salute e lo stato della qualità ambientale urbana.
Recentemente al concetto di “città sostenibile” si è sovrapposto quello di “Smart city” ovvero quello di una città intelligente in vari settori: fra questi un ruolo importante assume quello legato alla mobilità. Ed ecco che in tutte le città europee si favoriscono politiche legate all’uso del mezzo pubblico, disincentivando quelle legate all’utilizzo del mezzo privato (automobile in primis).  Ed ecco fiorire in tantissime città europee piste ciclabili dedicate, limitazioni di velocità fino ai 30 km/h (Zona 30), potenziamento del trasporto pubblico mediante autobus e metropolitane di superficie con i Comuni viciniori, parcheggi nelle aree limitrofe al centro o addirittura peri-urbane, Zone a Traffico Limitato (realmente a traffico limitato) e Aree Pedonali (APU) che hanno anche favorito il commercio e la vendita al dettaglio.
Ci sono poi città che fanno eccezione, la classica eccezione che conferma la regola! 
Le politiche legate alla gestione urbana che Brindisi sta portando avanti sembrerebbero orientate verso quelle della Smart City, avendo, tra le altre cose, aderito al Patto dei Sindaci e partecipato a programmi comunitari che hanno portato alla istituzione del bike-sharing. Fatte queste importanti premesse, dobbiamo però constatare, per onestà intellettuale, che, pur essendoci ancora molto da fare per soddisfare quelle esigenze e quelle infrastrutture descritte precedentemente, non si comprendono alcune scelte, in primis quella della apertura al traffico veicolare in maniera sperimentale di Corso Garibaldi, la cui fase sperimentale non si è ancora conclusa.
Brindisi risulta fra le ultime città in quanto ad istituzione di aree pedonali e ZTL. L’apertura al traffico veicolare di corso Garibaldi alcuni anni fa (2012-2013) è andata contro ogni logica rispetto alle politiche sul tema e non pare aver sortito gli effetti sperati o, per lo meno, questa è la percezione diffusa fra la maggioranza della popolazione e dei fruitori del centro cittadino. Forse è giunto il momento che l’Amministrazione Comunale  porti a pubblica conoscenza i dati rilevati nella “apertura sperimentale” di Corso Garibaldi in questi anni, perché una sperimentazione di qualcosa presuppone uno studio in contemporanea degli utili che essa porta alla collettività: quindi, dati economici rispetto agli interventi di ripristino del manto stradale e rispetto ai maggiori (o minori) utili degli esercenti, dati sull’inquinamento ambientale rispetto alle emissioni veicolari, dati sull’inquinamento acustico ecc. Ovvero: ha giovato alla collettività?
Un suggerimento che intendiamo fornire all’Amministrazione Comunale di Brindisi in questi giorni è quello legato alla chiusura, per lavori di ristrutturazione, del parcheggio di via del Mare in prossimità dei Giardini  Vittorio Emanuele ed ex Stazione Marittima. Per ovviare a questi problemi suggeriamo di velocizzare i lavori di realizzazione delle aiuole spartitraffico del parcheggio Seno di Levante (presso la Questura) dove è presente anche una postazione bike-sharing e agevolare chi parcheggia la propria vettura con un servizio di bus navetta. Ancora, chiediamo di trattare con la Società Trasporti Pubblici di Brindisi la possibilità di adibire il piazzale ex deposito bus posto sempre in quella zona (accanto al canale Palmarini-Patri) destinandolo a parcheggio con le stesse modalità previste per quello del piazzale Seno di Levante.

Certi di aver fornito interessanti suggerimenti, aspettiamo fiduciosi che vengano prese in considerazione le opere richieste; che vengano forniti i dati relativi alla sperimentazione dell’apertura al traffico di corso Garibaldi e che, possibilmente, sia ripristinata la chiusura come chiesto nella petizione consegnata nel 2012 e sottoscritta anche dai commercianti del corso. 

lunedì 19 gennaio 2015

Sulla questione rifiuti a Brindisi

COMUNICATO STAMPA
Abbiamo più volte segnalato le storture, le anomalie ed i ritardi che hanno caratterizzato la programmazione e la gestione dei servizi di raccolta, conferimento, trattamento, recupero e smaltimento degli R.S.U. a Brindisi e nell’ARO Br2.
È notizia di questi giorni, la nomina da parte della Regione Puglia del Commissario ad acta per l’approvazione della gara d’appalto per l’ambito di raccolta ottimale BR2, dopo circa un anno e mezzo dalla scadenza dei termini prescritti e non rispettati.
In questo frattempo, purtroppo, c’è stato un susseguirsi, a Brindisi, di atti per l’avvio di nuovi contratti, di contenziosi giudiziari, di proroghe alla ditta che gestiva il servizio di raccolta e, da ultimo, si è verificato il subentro della società “Ecologica Pugliese” dal 17 novembre grazie ad un’ordinanza sindacale, a cui dovrebbe far seguito un contratto semestrale. La conseguenza di tutto ciò sono controversie con richieste plurimilionarie di risarcimento di danni, sequestri di atti ed altri elementi probatori di eventuali reati, gravi dubbi su inchieste della Direzione Antimafia in Sicilia su una delle ditte a cui si stava per conferire l’incarico, ma soprattutto una preoccupante precarietà nella pianificazione, nella gestione e nei controlli, tanto più verificatasi in queste ultime settimane, durante le quali abbiamo denunciato il crollo della percentuale di raccolta differenziata (che avrebbe dovuto essere a fine anno del 40%) dal 37,56% dichiarato alla fine di ottobre al 16,41% di fine dicembre.
Abbiamo anche evidenziato che non è possibile un’interruzione di pubblico servizio e, che quindi, sin dal primo giorno la nuova società avrebbe dovuto installare i contenitori (in strada o fornendoli ai cittadini) in sostituzione di quelli di proprietà della ditta uscente (con un margine di tollerabilità di giorni e non di mesi!). Abbiamo chiesto di accelerare i tempi per la realizzazione della piattaforma per il conferimento dei materiali non direttamente raccolti ed abbiamo chiesto dove avvenisse il conferimento delle frazioni raccolte, in primo luogo dell’umido, visti i ripetuti casi che sollevavano legittimi dubbi.
Oggi apprendiamo che la DIGOS ha eseguito un blocco di un mezzo della “Ecologica Pugliese”, in cui le frazioni raccolte ed altri materiali erano accatastati alla rinfusa ed abbiamo saputo anche che il conferimento dell’umido ad impianti di compostaggio viene indicato pari a zero.
Attendiamo con fiducia gli accertamenti dell’Autorità giudiziaria, ma chiediamo anche immediate risposte all’Amministrazione Comunale che ha il dovere di evitare che possano essere perpetrati reati e danni ambientali ed economici (vedasi ecotassa e TARI) a carico della collettività.

Direttivo Legambiente Brindisi Circolo “T. Di Giulio”

giovedì 1 gennaio 2015

APPALTO MICOROSA: A RISCHIO I “PRESIDI AMBIENTALI” PREVISTI.

COMUNICATO STAMPA
APPALTO MICOROSA: A RISCHIO I “PRESIDI AMBIENTALI” PREVISTI.

Le notizie di stampa e dei Media in merito alla gara di appalto per la bonifica della discarica di Micorosa  inducono ad ulteriori preoccupanti considerazioni, oltre a quelle, condivise, già espresse dal Presidente dell’ANCE di Brindisi.
Dai media si rileva che l’appalto presenta un’offerta con un massimo ribasso del 74,31% ed altre 5 che hanno proposto percentuali di ribasso superiori alla “soglia di anomalia”, calcolata, secondo la procedura normativa  dell’art. 86 del D.Lgs 163/06, superiore al 50% della somma posta a ribasso dalla gara.
Un primo aspetto da valutare è connesso al fatto che nel calcolo della “soglia di anomalia” va escluso il 10% delle offerte relative ai ribassi minimi e massimi, per cui l’offerta del 74,31% non ha contribuito, essendo quella al massimo ribasso, alla definizione della “soglia di anomalia”. Con ciò si intende riportare che molte delle aziende hanno presentato ribassi superiori al 50% e quindi sostanzialmente “anomali”.
Ed allora è opportuno chiedersi se il progetto definitivo sviluppato da Sogesid (società in house del Ministero dell’Ambiente) e verificato ed approvato dal Consiglio superiore del Lavori Pubblici è sovrastimato nella definizione dei “prezzi unitari” oppure è sostanzialmente errato.
Gli aspetti che interessano Legambiente sono esclusivamente connessi ai “pericoli” che potenzialmente si rilevano nella realizzazione del progetto e quindi, in particolare, nella corretta esecuzione dei “presidi ambientali” previsti nella progettazione e che vengono minati dagli eccessivi ribassi evidenziati.
Ci si chiede, infatti, come sia possibile realizzare tutte le opere di captazione idraulica della falda contaminata, di isolamento della discarica abusiva con la realizzazione dei diaframmi, di copertura dei circa 45 ettari di terreno, ecc. e che costituiscono i reali presidi ambientali e gli obiettivi che il finanziamento CIPE individuava, con ribassi assurdi del 74,31% ed altrettanto anomali con percentuali superiori al 50% ?
E’ evidente che la somma messa a disposizione del CIPE non deve essere persa, non fosse altro per la volontà del Comune, in verità iniziata nel 2000, di contenere e risanare i danni prodotti dallo scellerato e incontrollato smaltimento abusivo dei fanghi rivenienti dal petrolchimico.
Ma se tale azione non deve portare ai benefici che il Comune ed il CIPE si erano posti, paradossalmente sarebbe preferibile sospendere il tutto, verificare adeguatamente il progetto, aumentando i “presidi ambientali” previsti proprio in virtù della presunta eccessiva valutazione dei prezzi unitari, così come risulta dai ribassi effettuati.
Legambiente, non ha avuto l’opportunità di esprimere le proprie considerazioni tecniche sul progetto proposto dalla Sogesid, ma ritiene che lo stesso progetto possa essere ulteriormente migliorato a garanzia totale della “migrazione” dei contaminanti presenti nella falda, del completo confinamento con diaframma della discarica, di un più adeguato monitoraggio, ecc.
A tal riguardo Legambiente rimetterà nota tecnica, contenente integrazioni progettuali per migliorare le azioni di bonifica previste, a CIPE, Ministero dell’Ambiente, Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Autorità di Vigilanza LL.PP. ed Anticorruzione e Prefetto perché verifichino le eventuali anomalie tecniche progettuali e quelle relative alle offerte rivenienti dalla gara di appalto, a garanzia che gli obiettivi del finanziamento ottenuto siano totalmente raggiunti e raggiungibili. 
Per ultimo appare opportuno auspicare che, anche a fronte delle perplessità espresse dal Presidente dell’Ance di Brindisi e quindi dei costruttori interessati alla realizzazione dell’opera di bonifica di Micorosa, le perplessità avanzate da Legambiente siano anche recepite ed, in qualche modo, valutate e consolidate dallo stesso Comune di Brindisi.

Direttivo Legambiente Brindisi Circolo “T. Di Giulio”