martedì 27 gennaio 2015

Sulle politiche della mobilità e del traffico nella città di Brindisi.


Negli anni ’90 si sono sviluppati, a livello europeo, modelli di gestione urbana che guardavano alla sostenibilità nelle città e sono state portate avanti politiche improntate alla mobilità sostenibile per soddisfare le esigenze di spostamento dei cittadini senza pregiudicare la loro salute e lo stato della qualità ambientale urbana.
Recentemente al concetto di “città sostenibile” si è sovrapposto quello di “Smart city” ovvero quello di una città intelligente in vari settori: fra questi un ruolo importante assume quello legato alla mobilità. Ed ecco che in tutte le città europee si favoriscono politiche legate all’uso del mezzo pubblico, disincentivando quelle legate all’utilizzo del mezzo privato (automobile in primis).  Ed ecco fiorire in tantissime città europee piste ciclabili dedicate, limitazioni di velocità fino ai 30 km/h (Zona 30), potenziamento del trasporto pubblico mediante autobus e metropolitane di superficie con i Comuni viciniori, parcheggi nelle aree limitrofe al centro o addirittura peri-urbane, Zone a Traffico Limitato (realmente a traffico limitato) e Aree Pedonali (APU) che hanno anche favorito il commercio e la vendita al dettaglio.
Ci sono poi città che fanno eccezione, la classica eccezione che conferma la regola! 
Le politiche legate alla gestione urbana che Brindisi sta portando avanti sembrerebbero orientate verso quelle della Smart City, avendo, tra le altre cose, aderito al Patto dei Sindaci e partecipato a programmi comunitari che hanno portato alla istituzione del bike-sharing. Fatte queste importanti premesse, dobbiamo però constatare, per onestà intellettuale, che, pur essendoci ancora molto da fare per soddisfare quelle esigenze e quelle infrastrutture descritte precedentemente, non si comprendono alcune scelte, in primis quella della apertura al traffico veicolare in maniera sperimentale di Corso Garibaldi, la cui fase sperimentale non si è ancora conclusa.
Brindisi risulta fra le ultime città in quanto ad istituzione di aree pedonali e ZTL. L’apertura al traffico veicolare di corso Garibaldi alcuni anni fa (2012-2013) è andata contro ogni logica rispetto alle politiche sul tema e non pare aver sortito gli effetti sperati o, per lo meno, questa è la percezione diffusa fra la maggioranza della popolazione e dei fruitori del centro cittadino. Forse è giunto il momento che l’Amministrazione Comunale  porti a pubblica conoscenza i dati rilevati nella “apertura sperimentale” di Corso Garibaldi in questi anni, perché una sperimentazione di qualcosa presuppone uno studio in contemporanea degli utili che essa porta alla collettività: quindi, dati economici rispetto agli interventi di ripristino del manto stradale e rispetto ai maggiori (o minori) utili degli esercenti, dati sull’inquinamento ambientale rispetto alle emissioni veicolari, dati sull’inquinamento acustico ecc. Ovvero: ha giovato alla collettività?
Un suggerimento che intendiamo fornire all’Amministrazione Comunale di Brindisi in questi giorni è quello legato alla chiusura, per lavori di ristrutturazione, del parcheggio di via del Mare in prossimità dei Giardini  Vittorio Emanuele ed ex Stazione Marittima. Per ovviare a questi problemi suggeriamo di velocizzare i lavori di realizzazione delle aiuole spartitraffico del parcheggio Seno di Levante (presso la Questura) dove è presente anche una postazione bike-sharing e agevolare chi parcheggia la propria vettura con un servizio di bus navetta. Ancora, chiediamo di trattare con la Società Trasporti Pubblici di Brindisi la possibilità di adibire il piazzale ex deposito bus posto sempre in quella zona (accanto al canale Palmarini-Patri) destinandolo a parcheggio con le stesse modalità previste per quello del piazzale Seno di Levante.

Certi di aver fornito interessanti suggerimenti, aspettiamo fiduciosi che vengano prese in considerazione le opere richieste; che vengano forniti i dati relativi alla sperimentazione dell’apertura al traffico di corso Garibaldi e che, possibilmente, sia ripristinata la chiusura come chiesto nella petizione consegnata nel 2012 e sottoscritta anche dai commercianti del corso.